La giustizia,
ascoltando De André

Un libro di Raffaele Caruso

copertina grande

Attraverso una serie di canzoni di Fabrizio De André, l’autore, avvocato penalista, riflette sulla “giustizia”: uno degli elementi essenziali nel percorso creativo del grande poeta e musicista. Nella prima parte egli sceglie tredici canzoni sull’argomento, che analizza in profondità attingendo anche ad esperienze personali e professionali. Raccolti gli spunti che emergono da questa lettura, vengono poi passate in rassegna tutte le altre composizioni in cui De André tratta, con diverse sfumature, i temi della colpa, del diritto, del giudizio e dell’autorità.

L’avvincente analisi conduce all’individuazione di un pensiero coerente: partendo dall’umano tipico dell’universo dei protagonisti da lui creati, De André, anche nel solco della critica ad ogni potere, delinea una giustizia che aspira ai tratti della misericordia. Una giustizia che nasce nel cuore dei servi disobbedienti alle leggi del branco e può diventare il parametro di un nuovo approccio anche per la pratica dei Tribunali, delle carceri, dei percorsi di nuova vita di chi riconosce la propria aspirazione a rinascere.“Alla stazione successiva” è un viaggio in cui l’autore, avvocato penalista, racconta una serie di esperienze personali e professionali sollecitate da alcune canzoni in cui Fabrizio De Andrè tocca i temi della giustizia, della pena del delitto. Raffaele Caruso ci immerge nei testi di quelle canzoni da cui trae lo spunto per una serie di riflessioni sulla giustizia.

Dopo un percorso attraverso una sorta di playlist, Raffaele Caruso cerca di individuare la poetica di Fabrizio de Andrè sulla giustizia passando in rassegna sistematicamente tutte le canzoni in cui viene trattato direttamente o indirettamente il tema. 

Emerge un pensiero coerente in cui le intuizioni poetiche delle prime canzoni trovano conferma e sviluppo nei brani della maturità. 

La giustizia è tratteggiata con gli occhi e il cuore degli ultimi che consentono di portarla ad un compimento in cui la legalità sublima in una visione più ampia e profonda che non ignora il male e la necessità di individuarlo e prenderne le distanze, ma nemmeno si appiattisce su di una risposta matematica in cui la pena finisce per essere un male che non giova a nessuno, non a chi ha commesso il reato, ma nemmeno a chi lo ha subito che ha bisogno di qualcosa in più, di essere riconosciuto nel suo dolore e magari che questo riconoscimento venga proprio da chi lo ha offeso.

L’autore

Raffaele Caruso, classe 1973, vive a Genova, dove dal 2000 svolge la professione di avvocato penalista, specializzato in criminologia all’Università di Genova e responsabile della didattica della Scuola di Politiche Ligure.
È stato tra i fondatori di ARS, Avvocati in Rete per il Sociale, servizio di tutela legale a supporto di enti di assistenza.
Cresciuto nell’Azione Cattolica, nel 2012 ha promosso e coordinato il progetto della rivista Stagioni.
Dal 2018 si occupa delle vicende legate al crollo del Ponte Morandi di Genova come difensore del Comitato Zona Arancione Ponte Morandi e del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi.
Nel 2021 è stato pubblicato il suo primo libro: G8 c’ero anche io.

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“ Paragrafo dopo paragrafo, l’autore analizza le canzoni e riflette sulla giustizia […] È un po’ come se la musica e le parole di Faber spingessero Caruso a pensare una giustizia meno chiusa dentro il rigore burocratico e meno a senso unico. ”
Corriere della Sera
Helmut Failoni

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